In Ricordo di Aldo Notario
Aldo Notario se n’è andato il 31 agosto.
L’avevo stranamente in mente in questi ultimi mesi: riaffioravano con il ricordo della sua amicizia, perduta, la sua persona, le sue doti umane. Aveva indiscussi ‘numeri’: significativi, unici.
E’ proprio un peccato che negli ultimi suoi anni di presidenza, lo “storico Presidente Nazionale del CSI prof. Aldo Notario”, sia incappato, e inciampato, in qualche ingenuità. Ma chi può ritenersene esente?
Lo ricordo, assieme a tanti altri amici, come persona di notevoli e indiscusse qualità umane e di una intelligenza che gli permetteva di saper capire e interpretare la storia come pochi e di indirizzare l’Associazione ad esservi presente da protagonista. E in quegli anni il CSI fu, grazie a lui, davvero protagonista nel mondo associativo italiano dello sport, soprattutto perché antesignano di uno sport inteso, pensato e programmato quale prezioso strumento di formazione della persona, prima ancora, e in primo luogo, dell’atleta da record e da incassi.
E va ricordato anche per la simpatia, l’ammirazione che da ottimo leader sapeva suscitare in quanti incontrava e in quanti hanno avuto la fortuna di lavorare con lui. E per le mete sempre nuove che sapeva darci, instancabile visionario del meglio, del dopo ‘ancor più in là’.
Di tutto quello che da lui abbiamo ricevuto e imparato dobbiamo essergli profondamente grati. Davvero. Sia pure con quel velo di tristezza per un’amicizia che si è inaspettatamente e così malamente interrotta.
Ma il ricordo di quest’uomo rimane doveroso per tutta la nostra Associazione. Per il prestigio e la considerazione, appunto, acquisiti dal CSI, grazie a lui, presso la Chiesa Italiana, il CONI e le Istituzioni che governavano il Paese nei suoi anni.
Anche presso la stessa FICEP (la Federazione degli Enti sportivi europei di ispirazione cristiana, ai più sconosciuta), con l’intelligente adesione e il convinto sostegno ad un’Europa da creare perché si impegnasse a diventare promotrice di uno sport per tutti, ma anche attenta al primo ‘bussare alla porta’ di migranti sia d’oriente che africani: antesignano e profeta.
E ciò dentro ad un progetto di promozione umana, prima ancora che sportivo-agonistica, che il Centro Sportivo Italiano fin dal primissimo dopoguerra si è impegnato a realizzare in casa propria, per proporlo, con ottime risposte, anche al variegato mondo sportivo italiano.
Così nacquero i prestigiosi ”Campanili Alpini” degli anni cinquanta e sessanta, che hanno portato (allora!) sulle piste da sci migliaia di scuole di un’Italia ancora depressa dai bombardamenti subiti e dalla diffusa povertà/miseria; i vari Campionati di Calcio, assieme a quelli indimenticabili di Atletica Leggera e di altre discipline sportive, con spettacolari finali nazionali; la campagna “Sport per tutti” e i “Centri Olimpia”. E i ‘Campi Scuola’ Nazionali dai quali sono nate centinaia di iniziative similari in tutta Italia, Vicenza compresa, e alla grande.
Un CSI, quello voluto e guidato da Notario, che ha saputo diventare uno dei punti di riferimento per il risveglio di una nazione veramente ancora ferita e zoppicante causa un Trentennio che aveva fatto dello sport un vergognoso strumento a servizio di una politica di violenza anche fratricida e di discriminazione razzistica, fino all’orrenda conclusione della guerra, costata all’Europa più di 50 milioni di morti.
E tutti noi ‘più avanti negli anni’ ne siamo buoni e riconoscenti testimoni.
Per tutto questo Notario va ricordato, anche facendone memoria ai più giovani che non l’hanno conosciuto, con fraterno e riconoscente affetto.
Per questo e per la fede condivisa, lo vediamo tra le braccia del nostro misericordioso Padre.
Mario Zocche